Passeggiata 3
Borgo Grande e Borgo Piccolo
1. Porta S. Francesco
2. Largo Vincenzo Blasi
3. Il Borgo
4. Chiesa di S. Chiara
5. Palazzo Camilli
6. Palazzo Dominici e Angeli
7. Palazzo del '400
8. Piazza Caprera
9. Chiesa di S. Francesco
10. Palazzo Comunale
11. Chiesa di S. Giovanni
12. P.zza Torre Vecchia
Si accede al centro storico di Nocera attraverso l’antica porta di S. Francesco che, dal sec. XIII, è diventata la principale (in seguito alla minore importanza data alla porta di S.Martino per la scomoda posizione). Ai lati, nel 1866 sono state poste due singolari fontane, scolpite in pietra calcite bianca, simbolo della ricchezza di acque che, nei secoli, hanno reso famosa la città. Per sottolineare tale importanza sono stati riportati sulle lapidi, a fianco delle fontane, due brani di poesie che esaltano le virtù dell’acqua di Nocera: l’una scritta da Francesco Redi e l’altra dalla poetessa umbra Alinda Bonacci Brunamonti.
PORTA SAN FRANCESCO
Nel corso dei secoli varie sono state le sue denominazioni. Dallo statuto nocerino del 1371, che la chiamava Porta S.Francesco (per via di un miracolo che il Santo compì nei pressi della porta), alla voce popolare che la chiamava Porta Nuova (rispetto a quella di S. Martino), fino a quando, nel sec XVI, fu chiamata Porta Vecchia, in seguito alla costruzione della nuova, detta oggi Porta Nuova. La porta, di stile duecentesco, ha una grande arcatura a tutto sesto; dalla sommità si dominava tutta la zona antistante e, particolarmente, la Flaminia. Davanti vi era il "fossatum comunis" (fosso del comune), che si poteva transitare solo attraverso il ponte levatoio. Sulla facciata esterna, sopra l’arcatura, sono scolpiti stemmi podestarili. Alcune scheggiature della pietra della torre, sopra la porta, ricordano l’ultimo attacco alla cinta muraria di Nocera, avvenuto il 18 novembre 1744, da parte di un contingente spagnolo che si scontrò con un drappello dell’esercito austriaco durante la guerra di successione austriaca.
Varcata la porta si giunge in Largo Vincenzo Blasi.
LARGO VINCENZO BLASI
La dedica va ad un medico nocerino, fondatore del P.S.I di Nocera Umbra, benemerito per l’elevazione delle classi meno abbienti, caduto al fronte della I Guerra Mondiale nel 1916.
IL BORGO
Inizia dalla Porta Vecchia la strada del Borgo che interrompe la struttura a circoli concentrici ascendenti verso la rocca, posta sulla sommità del colle, punto nevralgico della difesa medievale. Le abitazioni che vi si affacciano indicano i periodi della storia di Nocera, a partire dal 1200. Le costruzioni antecedenti non hanno ricordo, poichè la città fu largamente distrutta dalle truppe di Federico II nel 1248 e dal tragico terremoto del 1279. La ricostruzione è avvenuta sulle antiche fondamenta, lasciando intatta la struttura di una città che mostra avere, come suo primo interesse, la difesa militare. Salendo dalla Porta Vecchia, dopo circa 50 m., sulla sinistra in alto, sono visibili parti consistenti di una costruzione cinquecentesca in cotto rosso, con significative arcate alle finestre. Dopo le scalette di via Sassaioli si può osservare un edificio che conserva frammenti di muro trecentesco; il sesto delle finestre e delle porte è in mattoni, coronate da una fila di cotti emergenti sopra l’arcatura. Caratteristica la scalinata di accesso. Sulla destra è visibile l’edificio dell’antico monastero di S.Chiara, trasformato in abitazioni private. Un arco a tutto sesto, di fattura moderna, immette in uno dei chiostri del monastero, totalmente ristrutturato. Sotto l’arco sono visibili le mura duecentesche della chiesa di S. Chiara.
CHIESA DI SANTA CHIARA
Anticamente si chiamava S. Maria del Borgo, con struttura romanico-gotica e pareti a faccia vista. Dell’antica chiesa sono rimaste, sul Borgo, una monofora e un’ampia finestra a tutto sesto, affrescata. Il portale gotico è stato manomesso per una apertura a mattoni. Sul lato della chiesa, lungo le scalette verso Via Camilli, sono visibili un bel portale gotico e una monofora. Dal 1257 la chiesa servì al monastero delle Clarisse, trasferitesi da Valle Feggio. Allora si cominciò a chiamarla S.Chiara. Nella prima metà del sec. XVII, la chiesa fu sopraelevata e venne costruito un grande portale in cotto. Internamente la chiesa conserva la fattura seicentesca. Vi sono tre altari in legno dorato; sull’altare maggiore è posta una tela di Carlo Maratta (1625-1713) rappresentante la natività della Vergine, eseguita nel 1643; fu la prima opera pubblica dell’artista marchigiano. La tela contenuta nell’altare di destra rappresenta l’Annunciazione ed è stata eseguita, nella seconda metà del sec. XVII, da autore ignoto. Nell’altare di sinistra è situata una tela della Crocifissione. A destra dell’ingresso, una cantoria in legno dorato di stile veneziano completa la bellezza della chiesa. Nel 1991 si sono conclusi i lavori di restauro, che hanno ridato alla chiesa il tono ed il vigore originari; durante tali lavori, è venuto alla luce, nella parte muraria dell’altare maggiore, un affresco settecentesco raffigurante la Pietà. Il pavimento, completamente rifatto in cotto a stile, riproduce le linee di quello piu’ antico.
Proseguendo in salita, sempre sulla destra, si incontra Palazzo Camilli.
PALAZZO CAMILLI
Palazzo nobiliare cinquecentesco, appartenne ai Camilli, famiglia di personaggi illustri, come Pieranto- nio, generale dei conventuali, Annibale autore del libro sulle pro-p r i e-tà del- l’acqua di Nocera (la cui prima edizione risale al 1601) e Francesco, benefattore delle Opere Pie della città, ricordato nella lapide commemorativa posta all’esterno dell’edificio. Lo stemma nobiliare è riprodotto nelle fasce dell’intonaco e nella cornice della lapide.
PALAZZO NOBILIARI
Ancora avanti, vi è il palazzo nobiliare della famiglia Dominici. Il portale e le decorazioni delle finestre, in pietra locale, sono in leggero degrado; un voltone in cotto su via Fossatello divide palazzo Camilli da palazzo Dominici. Subito dopo vi è il palazzo della famiglia Angeli, di cui ben si conservano il portale d’ingresso ed i cornicioni delle finestre. Sulla sinistra è individuabile un palazzo, di vari stili, conservante il ballatoio di un’antica bottega artigianale di ceramica (sec. XV). Sulla curva si presenta un bel palazzo nobiliare, a forma di torre, con uno splendido terrazzino quattro-centesco in pietra lavorata. Sopra il portone d’ingresso vi è scolpita l’iscrizione "aeternam inquire domum" (ricerca la casa eterna). Sulla sinistra troviamo via Il Sasso, interessante da percorrere in quanto, nell’architettura degli edifici che in essa si affacciano, sono individuabili diversi stili: da una parete con porte duecentesche, ad un portale quattrocentesco, ad edifici di epoche ancora successive. Questa via si congiunge, poi, con via Tullio Pontani che, da Piazza Caprera, scende ripidamente verso Porta Vecchia.
PIAZZA CAPRERA
Il Borgo termina a Piazza Caprera, l’antica piazza del Comune di Nocera detta, nel ‘500, Piazza Grande. Sulla destra è rimasto un angolo della sua struttura cinquecentesca. A fianco troviamo la bella facciata ottocentesca della ex chiesa della Madonnina, in una architettura di armoniosa sintesi tra la pietra ed il cotto. La pavimentazione della Piazza, recentemente rimaneggiata, è stata divisa in due parti, una in cotto e cemento, l’altra in selciato e verde. L’antica cisterna, ancora esistente sotto l’area mattonata, contiene solo poche pietre originali. Sulla piazza si erge la chiesa di S. Francesco.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Splendida la facciata in pietra a faccia vista con un portale marmoreo di stile gotico. La porta secondaria a tutto sesto, di stile romanico, e la monofora a fianco sono più antiche e indicano una chiesa anteriore a quella dedicata a S. Francesco. Il convento dei Francescani, sorto mentre era in vita il loro fondatore, era sito nei pressi del giardino Angeli (lungo il ponte della circonvallazione), vicino alla chiesa dedicata a S. Pietro, oggi non più esistente. Fu distrutto nel 1318 ed i Conventuali furono accolti dentro le mura, nella chiesa Romanica, forse dedicata a S.Bartolomeo. I frati ingrandirono sia il convento che la chiesa nel 1368, come dice l’iscrizione a fianco del portale gotico. Si ristrutturò la chiesa dedicandola a S. Francesco. L’interno ha la forma di un ampio rettangolo, ritmato da grandi arconi che sorreggono i legni e le pianelle del tetto; sui fianchi vi è un ballatoio "alla francescana" e sul fondo, sopra l’altare, si apre una piccola ed elegante abside con volta gotica. Alla chiesa, nei primi anni del 1500, è stato unito il campanile. Ora la chiesa di S. Francesco è adibita a Pinacoteca Comunale. E’ visitabile e contiene affreschi di Matteo da Gualdo e un altare in stile gotico. Di grande pregio sono il polittico di Nicolò Alunno (1483), la tavola di Matteo da Gualdo (1498) e la croce francescana della seconda metà del sec. XIII. Vari pezzi di scultura e pittura di autori locali e reperti archeologici risalenti ad epoche diverse abbelliscono la raccolta. Alla fine del muro a faccia vista, fino ad un secolo fa si ergeva un muro, ugualmente a faccia vista, con doppio portale, che introduceva nel chiostro del convento, di cui si notano ancora le arcature delle finestre che davano nell’interno. La parte nord della piazza era zona conventuale, come indica la parete di fondo della stessa, che era un muro interno.
PALAZZO COMUNALE (PIAZZA CAPRERA)
Si trova di fronte alla chiesa di S. Francesco. L’edificio, nei secoli, è stato molte volte trasformato. Nella ricostruzione del secolo XIII lo stabile era diviso in tre edifici che ospitavano, rispettivamente, la chiesa di S. Girolamo, di cui oggi rimane il portale gotico a faccia vista (in calcare bianco) ed un residuo di rosone; a fianco, distaccata, c’era la torre del Podestà, con il finestrone, dal quale egli emanava i suoi decreti, e, sotto, il tribunale dello stesso Podestà. Oggi è riconoscibile soltanto l’ingresso di tale edificio, caratterizzato da un grande arco in calcare bianco. Il portale, di pietra locale, immesso all’interno, nel 1500 è diventato porta principale d’ingresso del palazzo. Separata da una stretta via, la curia diocesana, con annessi il Palazzo Vescovile e la chiesa di S. Spirito, demolita, però, per l’allargamento della Circonvallazione. Della Curia rimangono i quattro portali gotici di accesso. Nel 1530 il vescovo Varino Favorino (1514-1537), a seguito degli spostamenti degli uffici municipali, trasformò in un unico edificio tutte queste realtà e fece il sontuoso palazzo vescovile, residenza dei vescovi di Nocera fino al 1840. Sull’angolo del palazzo, ex convento francescano, dove giunge la strada della circonvallazione, è stato lasciato un pezzo di parete, significativo, in cui si nota l’architettura duecentesca della pietre, che erano bugnate ed affilate. Bello il portale gotico con a fianco una porta più piccola, che immetteva nei piani superiori, volgarmente detta la Porta del Morto. Tale nome, di origine popolare, nasce dal fatto che questa porta veniva utilizzata per far uscire dalla casa i familiari deceduti, oltre che a difendere la famiglia da attacchi esterni improvvisi, poichè le sue ridotte dimensioni permettevano ad una sola persona di ostacolare l’accesso al nemico e quindi coprire la fuga di chi era in casa. Colui che difendeva la fuga era destinato a morire sotto i colpi dei nemici.
BORGO PICCOLO
E’ la via ufficialmente dedicata a Tullio Pontani (giovane nocerino caduto nella prima guerra risorgimentale). Anticamente non esisteva nel primo tratto. Sulla destra, scendendo da Piazza Caprera, si trova il monastero di S. Giovanni Battista. Esso, prima della distruzione di Nocera (1248), costituiva la residenza del Vescovo, nonchè l’abitazione dei canonici di Nocera. Nella metà del 1400 divenne il convento delle Terziarie Francescane. Nel 1846 l’istituzione conventuale fu riformata dalla venerabile Chiara Steiner ed esiste tuttora. Il palazzo dal 1600 non ha subito notevoli cambiamenti; l’architettura è evidenziata da marcapiani in pietra e riquadri nelle finestre con intonaco. La chiesa, dedicata a S. Giovanni, è la parte meridionale di un’antica chiesa a tre navate, intitolata a S. Maria, che è stata Cattedrale dal XIII al XV secolo, di cui l’unica parte rimasta è l’arco gotico. Stupendo è il portone seicentesco in noce, recentemente restaurato. Internamente la chiesa ha tre altari seicenteschi in legno dorato. Splendida la tela dell’altare maggiore che rappresenta la nascita del Battista ed è stata realizzata nel 1606. La tela dell’altare di sinistra rappresenta la SS.ma Trinità, attribuita a Guido Reni; la tela dell’altare di destra raffigura la Madonna della Cintura con il bambino, S.Agostino, S.Monica, S.Francesco di Paola e S.Francesco di Assisi; è opera di Giacinto Boccanera che la realizzò nel 1733. Da notare due rosoni in legno dorato di straordinaria finezza e un affresco settecentesco di Maria Immacolata (sulla destra), con cornice in pietra lavorata.
PIAZZA TORRE VECCHIA
Scendendo, sulla sinistra, una caratteristica piazzetta a costruzione semicircolare ricorda molta storia della città di Nocera. Era la piazza dell’Arengo dove, nel periodo longobardo, si svolgevano le assemblee degli uomini liberi. Nel periodo comunale, qui si radunava il Consiglio del Popolo. Per affermare l’autonomia comunale venne innalzata, al centro della piazza, la torre di S. Giovanni, detta anche del Comune. Era posta in opposizione alla Rocca (attuale Torre Civica), collocata sulla sommità del colle di Nocera, simbolo del potere dei Conti. Una volta persa la sua originaria funzione, la torre fu demolita, fino a realizzarne una cisterna per la raccolta di acqua piovana. Oggi, la piazzetta è stata restau- rata con una pavimentazione in porfido. A ricordo dell’antica torre, ne è stato evidenziato in travertino il perimetro. Di fronte alla piazza vi è una grande costruzione (attualmente monastero). Dalla fine del 1400 al 1600 fu sede dell’ospedale maggiore di Nocera. I suoi locali furono ricavati dalla chiesa di S.Maria. L’attuale androne rappresenta la via che conduceva all’Arengo; il suo tracciato, oggi annesso al monastero, si ricollegava all’attuale via S.Giovanni. La parete a faccia vista, con un grande portale gotico, è la facciata della chiesa medievale di S.Giovanni della Sportella. La chiesa è stata affrescata da Matteo da Gualdo. Alcune pitture sono state recentemente restaurate. L’edificio è stato trasformato in abitazioni private. Esiste ancora una parte dello sperone che chiudeva la strada, con una entrata di ridotte dimensioni detta, appunto, la Sportella; da qui si accedeva alla piazza dell’Arengo, attraverso alcune scale, custodite da guardie.
Scendendo, si attraversano Via Amedeo (divisa in due dalla strada stessa) e più in basso Via Ortaccio, dove si può osservare, sulla sinistra, un’arcata coperta, di tipica fattura medioevale. Nell’ultimo tratto di via Tullio Pontani, le costruzioni sulla sinistra ripropongono motivi di porte e finestre medioevali, ben conservate. Sulla destra si innalza il palazzo dei Conti Olivieri Benigni, di cui, sul portale di accesso, è ancora ben visibile lo stemma gentilizio. Il palazzo è oggi adibito ad abitazioni private. Da notare l’ampio ingresso con la nobile scalinata di porfido nero. Il palazzo nel 1841, ha ospitato Papa Gregorio XVI, come indica l’iscrizione posta nel primo ballatoio. Si ritorna nel Borgo, nei pressi della Porta Vecchia.